Nel cuore del credito cooperativo

BANCADRIA COLLI EUGANEI

Nel cuore del credito cooperativo

Giuriolo: “Crediamo nelle potenzialità dei nostri giovani”. Manfrin: “Il rapporto con il cliente è tutto”

Studenti alla scoperta della banca, in modo particolare del credito cooperativo, delle sue peculiarità e potenzialità. Nell’ambito del progetto “Educashon” la classe quinta dell’istituto Kennedy di Monselice, con indirizzo Afm, ossia amministrazione finanza marketing, ha visitato la sede centrale di BancAdria Colli Euganei in corso Mazzini. “Educashon” è il progetto di educazione finanziaria nelle scuole del Veneto lanciato dalla Federazione delle Bcc del Nordest, organismo che associa le cinque banche di Credito cooperativo venete che fanno capo al Gruppo bancario cooperativo Cassa centrale Banca spa: BancAdria Colli Euganei, Banche Venete Riunite, Banca Prealpi SanBiagio, Banca del Veneto Centrale, Cortina Banca.

Nel mese di febbraio gli studenti hanno cominciato a spostarsi nel loro territorio e ad entrare direttamente nelle Bcc, per toccare con mano quello che hanno imparato in classe con “Educashon”. E’ stata, così, una mattinata di formazione che ha lasciato il segno negli studenti. Ragazzi e ragazze hanno visitato e parlato con i dipendenti dei principali reparti che costituiscono il cuore pulsante della banca: dall’area di consulenza finanziaria a quella operativa, compresi gli uffici e il caveau, fino all’area di supporto commerciale.

“È il modo con cui vogliamo e continuiamo a essere legati al territorio, facendoci portatori di una storia importante: quella del credito cooperativo - commenta Mauro Giuriolo, presidente del cda di BancAdria Colli Euganei - Noi vogliamo educare e formare questi ragazzi con i valori fondanti che per noi sono parte del nostro territorio”.

E ancora: “È nostro auspicio – prosegue il presidente - che questi ragazzi possano continuare la loro formazione e possano poi diventare nostri collaboratori. BancAdria Colli Euganei ha 32 filiali, negli ultimi tre anni abbiamo assunto una quarantina di giovani neolaureati. Vogliamo rimanere legati non solo al territorio ma anche alle professionalità che provengono da questo territorio, che sicuramente saranno all’altezza delle nostre aspettative”.

Dopo la visita e il saluto del presidente, i ragazzi, riuniti nella sala consiglio, hanno discusso, con il responsabile dell’ufficio crediti Paolo Rizzi, alcuni temi come le possibilità di credito per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, per comprendere come funziona la valutazione del credito e quando un debito può diventare insostenibile. A seguire, la lezione del responsabile della finanza istituzionale Marco Pavan. Stimolati dalla voglia di comprendere se vale la pena investire e soprattutto in che cosa in ambito finanziario, studenti e studentesse hanno approfondito la questione del rapporto rischio-rendimento e si sono districati, insieme all’esperto, tra le variabili di titoli di stato, azioni, tassi di interesse fisso o variabile.

“L’approfondimento sul mercato e sugli investimenti delle banche mi ha colpito. Ne sapevo qualcosa in generale ma non come si investe nello specifico. Io vorrei investire in futuro, ma sicuramente in titoli a basso rischio” spiega uno studente dopo la lezione. Non sono mancate le domande sulle criptovalute che però, sottolinea Marco Pavan, “sono un ambito non regolamentato in cui è difficile orientarsi e in cui ci sono poche garanzie”.

A sottolineare il valore aggiunto rappresentato dallo spirito cooperativo della banca è stato il direttore generale Tiziano Manfrin. Alla domanda di una studentessa sul perché bisognerebbe scegliere una banca di credito cooperativo rispetto ai competitor, il direttore ha risposto che “a parità di efficienza tecnica la relazione stretta tra cliente e dipendenti bancari negli istituti di credito cooperativo garantisce una qualità del servizio che fa la differenza”.

E proprio la relazione addetto-cliente ha particolarmente colpito gli studenti del Kennedy. “Non mi sarei aspettata una così forte attenzione al rapporto con il cliente – riferisce una studentessa - Da quello che studiamo nei libri il cliente sembra interagire passivamente, gli si mette sul tavolo il contratto con le condizioni senza approfondimenti su cosa è meglio per te: invece qui mi si è aperto un mondo che non conoscevo”.

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